Più verde, meno consumi e più benessere: questo è il bilancio positivo dei tetti verdi, sempre più diffusi anche nel nostro paese. Un piccolo esempio di facile realizzazione.
In Germania, durante gli ultimi 10 anni, il 10% dei nuovi tetti sono verdi, grazie a un sistema a punti che concede una riduzione della tassa ambientale ai progetti con tetti verdi. A Berlino, ad esempio, la città prende a suo carico il 60% delle spese legate ai tetti ed all’impianto di trattamento delle acque pluviali.
In Giappone, la città di Tokyo esige che ogni costruzione con una superficie superiore a 600 m2 presenti una copertura verde di almeno il 20%.
A Singapore, al 40° piano dell’hotel svizzero Stamford si coltivano ortaggi e allevano pesci. E sempre nella penisola asiatica, pomodori ed erbette crescono indisturbati sul tetto del General Hospital.
In Colombia, Tailandia e Russia, tetti e balconi ospitano frutta e ortaggi.
L’Environmental program delle Nazioni Unite stima che se a Pechino il 70% dei tetti venisse ricoperto di vegetazione, i livelli di anidride carbonica si ridurrebbero dell’80%. Anche in Italia, sebbene in ritardo rispetto agli altri Paesi europei, sta crescendo l’interesse verso i tetti verdi. Sono ormai numerosi i Comuni i cui regolamenti edilizi incentivano l’uso del verde pensile.
Secondo l’Associazione italiana verde pensile (Aivep), che ha dato vita al primo osservatorio nazionale, ad essere all’avanguardia è Bolzano, la prima città a favorire l’uso delle eco-coperture attraverso l’adozione, nel proprio regolamento edilizio, dell’indice Rie (Riduzione impatto edilizio), che dal 2004 impone l’uso di soluzioni in grado di favorire la permeabilità dei suoli per ottenere il permesso di costruire.
A livello regionale è l’Emilia Romagna la regione che conta più presenze: Reggio Emilia, Rimini e Faenza hanno inserito il verde pensile fra le soluzioni che consentono, nei primi due casi, di accedere a incentivi volumetrici ed economici e, nel caso di Faenza, di utilizzarlo nell’ambito della cosiddetta «fascia di tutela a verde» e nei nuovi edifici industriali.
Tra i capoluoghi di Regione sono da segnalare: Milano, la cui giunta ha inserito il verde pensile fra gli aggiornamenti al Regolamento edilizio spingendone l’uso, laddove possibile, su tutte le coperture piane; Torino, dove per gli interventi edilizi che comportino variazioni volumetriche nei quali non sia possibile destinare a verde il 20% dei terreni, è obbligatorio adottare facciate o coperture verdi; infine a Venezia, le coperture vegetali sono fra i requisiti che danno diritto alla riduzione degli oneri di urbanizzazione....
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