sabato 19 novembre 2011

Eternit

Eternit è un marchio registrato di fibrocemento e il nome di una ditta che lo produce. Utilizzato in edilizia come materiale da copertura nella forma in lastra piana o ondulata, oppure come coibentazione di tubature. La commercializzazione in Italia di tale prodotto o comunque della variante cemento-amianto, è cessata tra il 1992 e il 1994.

Storia
Nel 1901 l'austriaco Ludwig Hatschek brevetta il cemento-amianto e lo battezza Eternit (dal latino aeternitas, eternità). Un anno dopo Alois Steinmann acquista la licenza per la produzione e apre nel 1903 a Niederurnen le Schweizerische Eternitwerke AG.
In breve l'Eternit diventa popolarissimo e nel 1911 la produzione di lastre e tegole sfrutta appieno la capacità produttiva della fabbrica.
Nel 1915 vengono messe in commercio le famose fioriere in Eternit. Nel 1928 inizia la produzione di tubi in fibrocemento, che fino agli anni settanta rappresenteranno lo standard nella costruzione di acquedotti. Nel 1933 fanno la loro comparsa le lastre ondulate, in seguito usate spesso per tetti e capannoni.
Negli anni '40 e cinquanta l'eternit trova impiego in parecchi oggetti di uso quotidiano. Il più famoso è probabilmente la sedia da spiaggia diWilly Guhl.
Dal 1963 l'Eternit può essere prodotto in varie colorazioni.
A partire dal 1984 le fibre di amianto vengono via via sostituite da altre fibre non cancerogene fin quando, nel 1994 l'ultimo tubo contenente asbesto lascia la fabbrica.
Benché sin dal 1962 fosse noto in tutto il mondo che le fibre di amianto provocano una forma di cancro, il mesotelioma pleurico (oltre che alla classica asbestosi), a Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Broni (Pavia) e Bari Eternit e Fibronit continuarono a produrre manufatti sino al 1986 (1985 per Bari e 1992 per Broni), tentando di mantenere i propri operai in uno stato di totale ignoranza circa i danni (soprattutto a lungo termine) che le fibre di amianto provocano, al fine di prolungare l'attività dello stabilimento e quindi dei profitti. In particolare a Casale Monferrato i morti e i contaminati da amianto saranno migliaia, anche perché lo stabilimento disperdeva con dei potenti aeratori la polvere di amianto in tutta la città, causando la contaminazione anche di persone non legate alle attività produttive dell'eternit.
Fino al 1994, ricorda il presidente di Assoamianto Sergio Clarelli, la situazione era paradossale, perché la legge 257/1992 riconosceva i rischi per la salute e «metteva al bando tutti i prodotti contenenti amianto, vietando l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti contenenti amianto, ma non la loro utilizzazione», a parte eccezioni.
Oggi l'azienda è fallita presso il Tribunale di Genova ed il Comune di Casale Monferrato sta spendendo milioni di euro per la bonifica del sito. Nella zona di Casale Monferrato e nell'intera Provincia di Alessandria si contano più di 1600 morti per esposizione ad amianto, morti avvenute perlopiù in silenzio; i responsabili sino ad oggi non sono stati praticamente perseguiti, il processo istituito da Raffaele Guariniello (destinato a far storia prima ancora che giurisprudenza) iniziato contro i due imputati indiziati il 6 aprile 2009 a Torino, prosegue molto a rilento e molte cause rischiano di andare in prescrizione.

Presente
Si sta attualmente (2009) svolgendo un processo contro uno dei due fratelli Schmidheiny (ex presidenti del consiglio di amministrazione dell'Eternit AG) ed il belga de Cartier presso il Tribunale di Torino. Sono ritenuti responsabili delle numerose morti per mesotelioma avvenute tra gli ex-dipendenti delle fabbriche Eternit a contatto con l'asbesto. Ogni due anni viene assegnato ad uno studente delle quattro scuole di architettura svizzere il premio Eternit, dotato di 30.000 CHF.
Innanzitutto si deve determinare la presenza di amianto nella lastra di fibrocemento, questo si può accertare risalendo alla data d’acquisto del manufatto, oppure semplicemente facendo analizzare un campione, possibilmente una lastra intera, poiché uno o più frammenti, se poi confermati contenere amianto, sono nella condizione ideale per nuocere gravemente alla salute. Il costo di un'analisi presso laboratorio privato non supera i 200,00 Euro.
  • Incapsulamento, è un metodo di bonifica "transitorio" che prevede il trattamento della superficie delle lastre esposta agli agenti atmosferici con sostanze sintetiche, idonee ad inglobare e consolidare le fibre di amianto al manufatto cementizio ed impedirne il rilascio nell’ambiente.
  • Rimozione e smaltimento, è un metodo di bonifica "radicale" che prevede diverse procedure speciali atte a garantire la sicurezza: degli operatori addetti alle varie operazioni di rimozione, trasporto e smaltimento; delle persone e degli animali che si trovano in prossimità del cantiere e dei mezzi usati nel trasporto e infine in generale dell'ambiente dove si opera.
La normative Italiana di riferimento per questi tipi di bonifiche è il D.Lgs. 257/1992 e per la normativa sulla sicurezza il D.Lgs. 81/2008.